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Protocollo di Accoglienza

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI

 

Indice

Premessa

Introduzione

1. Che cos’è il Protocollo di Accoglienza

2. Finalità

3. A chi si rivolge

 

Organizzazione del Protocollo

 

4. Fase amministrativa e burocratica

4.1 L’iscrizione

5. Fase comunicativa e relazionale

5.1 La Commissione Accoglienza alunni stranieri

6. Fase educativa e didattica

6.1 L’inserimento nelle classi degli alunni non italofoni

6.2 Prima accoglienza nelle classi

6.3 I compiti del Consiglio di Classe

6.4 Il Piano Didattico Personalizzato

6.5 L’insegnamento dell’italiano seconda lingua L2

6.6 Indicazioni per la valutazione

7.Fase sociale

 

PREMESSA

Visto il D.lgs. 286 del 1998 sull’iscrizione dei minori stranieri

Visto il DPR 394 del 1999 Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero

Viste le Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri (2014)

Visto il documento ‘Diversi da chi’ trasmesso con nota MIUR 9.9.2015 Prot. n. 5535 in cui si comunicano le dieci raccomandazioni operative per l’integrazione degli alunni neoarrivati in Italia.

Il Collegio Docenti dell’Istituto Alberghiero “G. Casini” ha deliberato l’azione del seguente Protocollo di Accoglienza per gli alunni non italofoni allo scopo di garantire pari opportunità di accesso, partecipazione e il successo formativo di tutti gli studenti non italofoni. 

 

INTRODUZIONE

 

1.   Che cos’è il Protocollo di Accoglienza?

 

Il Protocollo di Accoglienza è un documento che fornisce le indicazioni operative contenute nella normativa vigente in materia di minori non italofoni.

 

Tale documento intende presentare un modello di accoglienza che offra una modalità pianificata per affrontare l'inserimento scolastico degli alunni non italofoni.

 

Il Protocollo vuole essere un punto di partenza comune e condiviso ma, in quanto strumento di lavoro, può essere integrato e rivisto secondo le esigenze e le risorse della scuola. 

 

2.    Finalità

 

Mediante il Protocollo di Accoglienza, il Collegio Docenti si propone di: 

-          Definire pratiche condivise all'interno dell'Istituto in tema di accoglienza di alunni con svantaggio sociale e culturale legato al fenomeno migratorio, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana o da dinamiche di natura interculturale.

-          Definire compiti e ruoli dei diversi soggetti coinvolti.

-          Tracciare le diverse possibili fasi dell’accoglienza e delle attività per l’apprendimento della lingua italiana, la relazione con le famiglie straniere e l’orientamento al percorso scolastico

-          Favorire un clima di accoglienza e attenzione alla relazione in modo tale da prevenire ed eventualmente rimuovere i possibili ostacoli offrendo così pari opportunità. 

-          Agevolare la formazione di un contesto propizio all'incontro tra varie culture. 

-          Promuovere la comunicazione e la collaborazione tra scuole, e anche tra scuola e territorio, sui temi dell'accoglienza e dell'educazione interculturale, nell'ottica di un sistema formativo integrato. 

 

3.   A chi si rivolge il Protocollo

 

Il seguente Protocollo è stato pensato per studenti e studentesse con problematiche linguistiche, di integrazione nell’ambiente scolastico e di ordine interculturale, in particolare:

ü  Alunni con cittadinanza non italiana, già scolarizzati in Italia o nuovi arrivati (NAI)

ü  Alunni con ambiente familiare non italofono 

ü  Minori non accompagnati 

ü  Alunni figli di coppie miste 

ü  Alunni arrivati per adozione internazionale 

ü  Alunni rom, sinti e caminanti

 

 

Organizzazione del Protocollo

 

Il Protocollo delinea prassi condivise di carattere: 

·         Amministrativo e burocratico (iscrizione).

·         Comunicativo e relazionale (prima conoscenza).

·         Educativo - didattico (proposta di assegnazione alla classe, accoglienza, alfabetizzazione in italiano, educazione interculturale, successo formativo).

·         Sociale (rapporti e collaborazione con il territorio). 

 

4.   Fase amministrativa e burocratica

4.1 L’iscrizione

L’iscrizione dei minori non italofoni può avvenire in qualsiasi momento dell’anno scolastico (DPR 394/99) anche per quegli alunni privi di documentazione anagrafica o in posizione di irregolarità. Tali alunni vengono iscritti in attesa di regolarizzazione. 

Gli studenti stranieri che intendono proseguire gli studi presso istituzioni scolastiche italiane, e che siano ancora in età, secondo l’ordinamento scolastico italiano, di obbligo scolastico, vengono iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica, salvo che il collegio docenti deliberi diversamente tenendo conto:

 

-          dell’ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell’alunno, che può determinare l’iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella corrispondente all’età anagrafica;

-          dell’accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell’alunno;

-          del corso di studi eventualmente seguito dall’alunno nel Paese di provenienza;

-          del titolo di studio eventualmente posseduto dall'alunno.

 

La segreteria avrà cura di:

 

·         iscrivere l’alunno utilizzando la modulistica predisposta con supporto anche digitale per le iscrizioni online;

·         verificare il percorso scolastico precedente, acquisendo la documentazione pregressa convalidata;

·         informare la commissione Accoglienza alunni stranieri dell’iscrizione al fine di una tempestiva scelta della classe/sezione in cui inserire l’alunno;

·         informare i genitori circa i tempi che occorrono per l’effettivo inserimento nella classe a settembre o in corso d’anno;

·         raccogliere il documento attestante le vaccinazioni obbligatorie che deve essere tradotto in italiano. Qualora il minore ne fosse privo, invita la famiglia a contattare i servizi sanitari e a informarsi circa le conseguenze derivanti dalla mancata vaccinazione;

·         comunicare con la Commissione Accoglienza per stabilire il primo incontro con la famiglia al fine di:

1.   dare informazioni sull’organizzazione della scuola avvalendosi della mediazione di esperti;

2.    fornire materiali di presentazione del corso di studi in formato bilingue per facilitare la comunicazione con gli insegnanti.

 

5.   Fase comunicativa e relazionale

La gestione dell’accoglienza richiede la partecipazione di tutto il personale scolastico e la creazione di una Commissione che si occupi della relazione con i genitori e con il territorio.

5.1       La Commissione Accoglienza alunni stranieri

 

La Commissione Accoglienza alunni stranieri è un gruppo di lavoro coordinato dalla Funzione Strumentale per l’Inclusione, e composto dal docente referente per l’accoglienza degli alunni stranieri, dal docente  referente per l’acquisizione della lingua L2 e dai docenti di Italiano delle classi in cui vengono inseriti gli/le studenti/esse.

Le competenze del gruppo di lavoro hanno carattere consultivo, gestionale e progettuale.

La Commissione si riunisce nei casi d’inserimento di alunni neoarrivati, per progettare azioni comuni e predisporre un piano organizzativo che preveda la partecipazione dell’alunno ai corsi di alfabetizzazione ed eventuali attività di sostegno organizzate della scuola.

 

6. Fase educativa e didattica

6.1 L’inserimento nelle classi degli alunni non italofoni

Il Dirigente Scolastico, sentita la Commissione e sulla base delle informazioni fornite dalla segreteria, propone l'assegnazione alla classe ritenuta più idonea con le seguenti azioni:

·         visiona e riflette sulla documentazione prodotta, sulle disposizioni legislative, sulle informazioni raccolte, sugli esiti delle prove d'ingresso e sulle conoscenze, competenze e abilità tenendo conto dell’età anagrafica; 

·         laddove possibile, cura l'inserimento in una classe di coetanei, favorendo i rapporti “tra pari” al fine di prevenire il rischio di dispersione scolastica; 

·         per quanto riguarda gli studenti che hanno superato l’età dell’obbligo scolastico, fermo restando il criterio preferenziale dell’età anagrafica, tiene conto dei livelli di conoscenza della lingua italiana e, laddove ritenuto più proficuo per l’alunno/a, può disporre l’inserimento nella classe immediatamente inferiore.

Quest’ultima indicazione riguarda in special modo gli alunni che si troverebbero a dover sostenere l’Esame di Stato in tempi troppo ravvicinati.

 

6.2       Prima accoglienza nelle classi

 

Il docente coordinatore, informato dalla Commissione, relaziona al Consiglio di classe sul nuovo inserimento.

L’insegnante in servizio accoglie il/la nuovo/a alunno/a e lo/a presenta alla classe.

Gli insegnanti coinvolgono i ragazzi nell'attivare forme di comunicazione e modalità di condivisione per facilitare l'inserimento.

 

6.3 Compiti del Consiglio di classe in cui viene inserito l’alunno/a:

 

·         predispone e somministra un test di ingresso finalizzato a inquadrare le competenze linguistiche in entrata (non necessario nel caso di alunni nuovi arrivati non italofoni)

·         predispone un piano di studi personalizzato (vedi oltre)

·         aggiorna la referente Alunni Stranieri circa gli sviluppi del caso;

·         si impegna a concretizzare situazioni che favoriscano in classe un clima di collaborazione in cui tutti siano coinvolti nell'accoglienza. 

 

 

 

6.4       Il Piano Didattico Personalizzato

 

Il Piano Didattico Personalizzato per gli alunni non italofoni (BES linguistico) costituisce uno strumento imprescindibile di rilevazione della situazione d’entrata e dei bisogni educativi dell’alunno, di progettazione degli interventi formativi e didattici, e di formalizzazione delle misure compensative e dispensative individuate dal Consiglio di Classe.

Esso impegna il Consiglio di Classe nel raggiungimento degli obiettivi prevedendo la collaborazione attiva dello studente, che si impegna ad usufruire delle occasioni di formazione previste.

Il Piano Didattico potrà individuare, se necessario, obiettivi ridotti e/o semplificati, modifiche al piano di studio predisposte in base alla specifica situazione dell’alunno (es. dispensare temporaneamente dallo studio di una lingua straniera lo studente già in possesso della stessa o che dovendo già apprendere l’italiano come L2 si concentrerà su quest’ultimo obiettivo)

 

 

6.5 L’insegnamento dell’italiano seconda lingua (L2)

L’obiettivo prioritario nell’integrazione degli alunni stranieri è quello di promuovere il raggiungimento di traguardi per lo sviluppo delle competenze nell’italiano parlato e scritto, nelle forme ricettive e produttive, al fine di assicurare il successo scolastico e l’inclusione sociale. Pertanto, come da PDP, tutti i docenti dovranno individuare modalità di semplificazione e di facilitazione linguistica per ogni disciplina, tenendo conto che tutta l’attività scolastica concorre all’apprendimento della seconda lingua.

Gli alunni stranieri neoarrivati si devono confrontare con due diverse strumentalità linguistiche:

la lingua italiana del contesto concreto, indispensabile per comunicare nella vita quotidiana (lingua per comunicare).

la lingua italiana specifica, necessaria per comprendere ed esprimere concetti, sviluppare l’apprendimento delle diverse discipline e la riflessione sulla lingua stessa (lingua per lo studio).

 

La lingua per comunicare può essere appresa in un arco di tempo che può oscillare da qualche mese ad un anno, in relazione all’età, alla lingua d’origine, all’utilizzo in ambiente extrascolastico.

Per apprendere la lingua dello studio, invece, possono essere necessari alcuni anni (in genere due o tre), considerato che si tratta di competenze specifiche.

 

Lo studio della lingua italiana deve essere inserito nella quotidianità dell’apprendimento e della vita scolastica degli alunni stranieri, con attività di laboratorio linguistico e con percorsi e strumenti per l’insegnamento intensivo dell’italiano.

Per facilitare l’inserimento degli alunni stranieri e l’apprendimento della lingua italiana, la scuola potrà contare su risorse quali:

 

·         Organico dell’Autonomia per percorsi e laboratori di alfabetizzazione e interculturali (priorità ai docenti con titolo di specializzazione L2).

·         Fondi erogati da Enti Locali e Associazioni per progetti anche in parternariato rivolti sia a alunni/e, che a famiglie straniere e italofone.

·         Docenti volontari per percorsi di alfabetizzazione e/o progetti interculturali.

·         Docenti che hanno ore a disposizione con funzione di supporto allo studio o all’acquisizione della lingua.

·         Alunni stranieri già inseriti nei nostri corsi di studio che volontariamente si rendano disponibili per agevolare la fase di inserimento (attività di tutoring).

 

6.6 Indicazioni per la valutazione

I minori con cittadinanza non italiana presenti sul territorio nazionale, in quanto soggetti all’obbligo di istruzione, sono valutati nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani (DPR 394/1999, art.45).

E’ evidente, d’altro canto, che obiettivo prioritario nella valutazione di alunni non italofoni debba essere l’acquisizione di una funzionale competenza nella lingua italiana, scritta e orale, sia in forme ricettive che produttive, prima per la comunicazione interpersonale e per l’integrazione scolastica, poi per lo studio delle discipline, da realizzare attraverso le occasioni formative proposte dal Consiglio di Classe.

E’ fondamentale privilegiare la valutazione formativa, che consideri, rilevi e apprezzi i progressi formativi tenendo conto:

 

• della situazione di partenza,

• della motivazione,

• dell'impegno e della frequenza,

• delle competenze essenziali acquisite,

• delle potenzialità di apprendimento dimostrate.

 

 

PER IL PRIMO ANNO DI FREQUENZA (intendendo l’anno scolastico in cui l’alunno è accolto per la prima volta nell’Istituto, indipendentemente dalla classe di inserimento) VIENE STABILITO IL SEGUENTE OBIETTIVO PRIMARIO:

CONOSCENZA DELLA LINGUA ITALIANA L2 (VERIFICATA IN OGNI DISCIPLINA)

Se tale obiettivo viene raggiunto l’alunno viene ammesso alla classe successiva.

OBIETTIVO SECONDARIO E’ LA CONOSCENZA DEGLI OBIETTIVI MINIMI DI CIASCUNA DISCIPLINA.

 

PER L’ANNO SUCCESSIVO AL PRIMO, L’OBIETTIVO SECONDARIO PREVISTO PER L’ANNO PRECEDENTENTE DIVIENE OBIETTIVO PRIMARIO:

LA CONOSCENZA DEGLI OBIETTIVI MINIMI DI CIASCUNA DISCIPLINA (compresi i contenuti funzionali del primo anno)

Se tale obiettivo viene raggiunto, l’alunno viene ammesso alla classe successiva.

 

7.   Fase sociale

Ove disponibile, l’istituto potrà avvalersi della collaborazione di mediatori culturali con l’obiettivo di facilitare la comunicazione tra scuola, ragazzi neoarrivati, le loro famiglie e le altre istituzioni.

Allo stesso modo, potrà avvalersi della figura del facilitatore linguistico.

Nella prospettiva di favorire una progettazione di rete tra i soggetti nel territorio che si occupano di favorire attività di intercultura, l’inclusione e il pieno inserimento scolastico e sociale degli alunni stranieri e delle loro famiglie, l’istituto si propone di interagire con i seguenti soggetti: 

-          le altre istituzioni scolastiche, anche organizzate in rete a livello di ambito territoriale

-          i servizi offerti dal Comune e dagli enti locali del territorio

-          le altre agenzie educative e le realtà associative del territorio 

Inoltre, data la natura del fenomeno migratorio in continua evoluzione e la molteplicità dei riferimenti normativi, la scuola favorisce, al proprio interno e in sinergia con altri soggetti del territorio, l’aggiornamento continuo sul tema dell’inclusione degli alunni stranieri e dell’intercultura.

Allegati

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA (aggiornato sett 2024).pdf